sabato 1 ottobre 2016

Ego e Dada Bianchi, una mostra a Palazzo Samone

 EGO e DADA BIANCHI 

vita e passioni in una coppia di artisti


7 ottobre - 13 novembre 2016*

Palazzo Samone

via Amedeo Rossi 4 - Cuneo






Ego Bianchi: Tetti Barberis, Robilante


Ego bianchi: Operazione chirurgica



Ego Bianchi: Il battello della speranza


Dada Bianchi: A tre fanciulle in fiore



 Dada Bianchi: Ritratto di Adriana Giorgis



Dada Bianchi: Il bandito


[Dal comunicato stampa]

Alle 17 si terrà la presentazione ufficiale con l’intervento di Enzo Bianchi, Priore di Bose e dei curatori presso lo Spazio Incontri Cassa di Risparmio 1855 in via Roma 15 e a seguire alle 18,15 l’apertura della mostra che si tiene a Palazzo Samone in via Amedeo Rossi 4. La mostra curata da Giacomo Doglio, Enrico Perotto, Marita Rosa e Carlo Vallati e promossa dalle associazioni culturali Primalpe, GrandArte in collaborazione con La Guida, vede il patrocinio della Provincia e del Comune di Cuneo e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Si tratta di una mostra nata con l’intento di valorizzare la figura di Ego Bianchi e la sua storia cuneese fatta di arte, di rapporti e di vita familiare, sulla scia del romanzo scritto da Marita Rosa “Ego e Dada una storia d’amore e arte” che si basa sulle lettere e sui documenti della famiglia. Si vuole raccontare chi è Ego Bianchi e chi è la moglie Magda Rolandone, detta Dada, anch’essa artista, attraverso il loro percorso d’arte e di passioni comuni, oltre che della loro storia d’amore. L'opportunità di mettere in mostra le loro opere più significative restituisce alla città e alla provincia, ma non solo, il valore di due grandi personalità nel campo delle arti figurative del nostro territorio. La mostra porterà all'attenzione del pubblico e delle istituzioni la centralità della figura di Ego Bianchi nella storia dell'arte non solo cuneese, e non solo italiana ma internazionale, dandogli però una lettura legata strettamente al territorio in cui è vissuto, Cuneo, e ai rapporti e alle amicizie che lui e la sua famiglia, in particolare la moglie, hanno intessuto proprio qui. La mostra esporrà le opere di Ego Bianchi attraverso le espressioni dei vari periodi artistici che caratterizzano la sua produzione e quelle di Dada Bianchi con diverse opere mai viste e con l'esposizione di documenti familiari assolutamente inediti (appunti, lettere, fotografie). L’evento prevede la presenza, per la sua inaugurazione, di Enzo Bianchi, priore di Bose, cugino di Ego. La mostra rimarrà aperta tutti i venerdì, sabato e domenica dalle 16,30 alle 19,30 a Palazzo Samone fino al 13 novembre. 

Gli artisti 

Ego Bianchi (Castel Boglione d’Asti 1914 - Cuneo 1957), al quale è intitolato il Liceo Artistico della Città di Cuneo, è una delle personalità artistiche più significative del cuneese ma forse anche una delle più dimenticate. Frequenta l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con i maestri Giacomo Grosso e Cesare Maggi. Nel 1940 vince un premio-acquisto della Società Piemontese di Belle Arti, ma nello stesso anno si ammala di tisi ed è costretto a un soggiorno nell’Istituto Climatico di Robilante, dove continua a dipingere e inizia a scrivere un taccuino di appunti sull’arte e di pensieri filosofici. All’Accademia incontra Maddalena Rolando ne, detta Dada. Lui, che lavorava alla Banca d’Italia di Torino, frequentava l’Accademia nei corsi serali, lei era una giovane studentessa. A Cuneo, nel 1945, si tiene la sua prima esposizione personale. Per motivi di salute è ricoverato in seguito a San Lorenzo al Mare (Imperia), e nel 1947 inaugura due fortunate mostre, una a Savona e l’altra a Sanremo, poi l’anno successivo fa ritorno a Torino. Proprio in quell’inverno Ego e Dada si ritrovarono a Villa Novaro, casa di cura sulla Riviera Ligure di Ponente, dove entrambi erano in convalescenza dopo la tubercolosi. Il comune interesse per la pittura li unì dapprima in una tenera amicizia, poi in una relazione amorosa. Lui si afferma nella pittura, nel disegno e nella ceramica, diventando amico di grandi artisti italiani ed internazionali del primo Dopoguerra. Dada, che dipinge da sempre, diventerà la sua spalla e la sua memoria. Nel 1949 inizia a frequentare a Milano l’ambiente artistico di “Corrente”. Nuovamente ricoverato a Robilante, la sua attività artistica prosegue intensa; inizia a interessarsi di ceramica e si trasferisce per un lungo soggiorno a Monaco, in Costa Azzurra, dove frequenta Bruno Cassinari, artista di “Corrente” che ha uno studio presso il Museo Grimaldi ad Antibes. Conosce pittori e ceramistia Vallauris e lavora nell’atelier Madoura,dove conosce Picasso. Nel 1952 partecipa alla prima mostra di ceramica d’arte italiana, Concorso Mastro Giorgio, a Messina, dove con il pannello Trinacria vince il primo premio ex aequo. Nel 1954 è invitato alla Triennale di Milano e premiato al Concorso nazionale di Suzzara. Muore improvvisamente nel pieno vigore della sua capacità artistica il 19 novembre 1957. La sua breve avventura artistica, stroncata da una grave malattia polmonare, ha avuto come punti di riferimento il paesaggio post-impressionista e fauve e le figure mitologiche picassiane, queste seconde prevalenti nei disegni a puro contorno degli anni cinquanta. Le ultime opere sono Bateaux un po’ surreali che viaggiano nel mare dell’interiorità mitica. Notevole è la sua produzione ceramica, sviluppatasi nella fucina di Tullio d’Albissola, ove l’artista, cuneese d’adozione, ha avuto la possibilità di incontrare il fior fiore dell’avanguardia europea. 

Dada Bianchi, nata Maddalena Rolandone e detta Magda, nacque a Torino il 4 luglio 1917 da Margherita Olivero e Luigi Rolandone che, da Mondovì, si erano trasferiti nel capoluogo piemontese. Nel 1940 lasciò il lavoro e gli studi per la nascita del figlio Fausto e ritornò con i suoi a Mondovì, al rinchiuso. Nel 1944 subì un complicato intervento chirurgico ai polmoni e tre anni dopo venne ricoverata a Villa Novaro, casa di cura per la tubercolosi in San Lorenzo al Mare e qui incontrò Ego Bianchi. Accomunati dalla passione per l’arte, si innamorarono. Ego regalerà a Magda il nome di Dada in omaggio al Dadaismo. Dopo tre anni di fidanzamento, in un’alternanza di momenti sereni ed altri di crisi e di malattia, Ego e Dada si sposarono il 7 ottobre 1950 a Fiamenga di Vicoforte Mondovì. Nella loro abitazione di Mondovì Piazza, in via Vico, si accostarono a tutte le esperienze artigianali: dalle ceramiche ai tessuti e agli elementi di arredo. Dada collaborava con la pittrice monregalese Gemma Beccaria Tavella e disegnava sui tessuti. Nel marzo del 1951, Ego e Dada esposero insieme nelle “Salette dei tre Citroni” per l’Ente Provinciale per il Turismo di Cuneo. Nello stesso anno parteciparono insieme alla Mostra d’arte e di artigianato di Firenze e, il mese di luglio, li vide protagonisti di una mostra a due, con dipinti e ceramiche, nella “Terza Saletta del Caffè Aragno” di Mondovì, nuovo cenacolo per artisti ed appassionati d’arte. Sarà però la ceramica ad interessare Dada che si avvalse dei forni dello stabilimento di Marco Levi dove anche Ego si accostò alla ceramica prima di approdare ad Albisola Mare da Tullio Mazzotti. Nel 1953 ci fu il trasferimento a Cuneo, a villa Giusta, sul Viale Angeli. Qui strinse amicizie e partecipò con Ego attivamente alla vita culturale della città. Mentre Ego lavorava sia in Liguria che in Francia, lei si fermava a Sale Langhe, presso il forno di Ernesto Ferraris dove, tra il 1956 e 1957, lavorò assiduamente alle sue terrecotte di una fantasiosa ricchezza cromatica. Alla morte dell’amato compagno, avvenuta il 19 novembre 1957, fu Dada ad inaugurare il 7 gennaio la mostra postuma Les bateaux di Ego Bianchi a Milano, alla Galleria “Montenapoleone 6-A”. Da quel momento diventò la memoria di Ego e ripropose le sue opere in altre mostre postume. Cominciò a dedicarsi a una pittura di spontaneo racconto poetico dove convivevano memorie di infanzia e sogni staccati dalla dura e sofferta realtà quotidiana. Inserita nel filone della naïveté dove raccolse affermazioni internazionali, la sua fu però una pittura fantastica. Negli ultimi anni convisse con una grave malattia, mantenendo intatto il suo entusiasmo per la vita e il senso dell’umorismo. Morì a Cuneo l’8 marzo 1992. 

Il priore di Bose 

La mostra sarà occasione anche di avere a Cuneo una figura importante del panorama culturale italiano, come il priore di Bose Enzo Bianchi che proprio attraverso la mostra di Grandarte 2013 prima e al libro di Marita Rosa poi ha “riscoperto" un legame familiare importante e un legame con la terra cuneese. Enzo Bianchi è nato, come Ego, a Castel Boglione nel Monferrato il 3 marzo 1943. Dopo gli studi alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino, alla fine del 1965 si è recato a Bose, una frazione abbandonata del Comune di Magnano sulla Serra di Ivrea, con l’intenzione di dare inizio a una comunità monastica. Raggiunto nel 1968 dai primi fratelli e sorelle, ha scritto la regola della comunità. È a tutt’oggi priore della comunità la quale conta un’ottantina di membri tra fratelli e sorelle di cinque diverse nazionalità ed è presente, oltre che a Bose, anche a Gerusalemme (Israele), Ostuni (BR),  Assisi (PG), Cellole-San Gimignano (SI) e Civitella San Paolo (RM). Nel 1983 ha fondato la casa editrice Edizioni Qiqajon che pubblica testi di spiritualità biblica, patristica, liturgica e monastica.  Nel 2000 l’Università degli Studi di Torino gli ha conferito la laurea honoris causa in “Scienze Politiche”. Membro del Consiglio del Comitato cattolico per la collaborazione culturale con le Chiese ortodosse e orientali del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ha fatto parte della delegazione nominata e inviata da papa Giovanni Paolo II a Mosca nell’agosto 2004 per offrire in dono al patriarca Aleksij II l’icona della Madre di Dio di Kazan. Ha partecipato come “esperto” nominato da papa Benedetto XVI ai Sinodi dei vescovi sulla Parola di Dio (ottobre 2008) e sulla Nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana (ottobre 2012).  Nel 2014 Papa Francesco lo ha nominato Consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Nel 2007 ha ricevuto il “Premio Grinzane Terra d’Otranto”, nel 2009 il “Premio Cesare Pavese” e il “Premio Cesare Angelini” per il libro  Il pane di ieri, nel 2013 il “Premio internazionale della pace”, nel 2014 il “Premio Artusi”. 


*orario: venerdì, sabato e domenica 16.30 / 19.30



Reportage fotografico




















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